Tipografia tradizionale

Tipografia Imberti nasce nel 1964 come tipografia tradizionale.

Poche macchine: una “pedalina”, tecnicamente una platina, una tagliacarte manuale, qualche bancone con i caratteri mobili in piombo, compositoio e spazi.

Qualche considerazione sulla stampa tipografica:

La stampa tipografica o a caratteri mobili segna l’inizio della stampa moderna. Johannes Guttemberg nel 1440 circa, qualche anno prima che Cristoforo Colombo inciampasse nelle americhe, ebbe l’intuizione di creare degli “stampini” con riprodotto il segno alfabetico al contrario, in modo speculare, in modo che una volta sporcato di inchiostro e pressato su un foglio di carta ne lasci l’impronta. Con tanti stampini e tanta pazienza riusci a stampare il primo libro della storia, una bibbia, che risulta essere la prima copia non trascritta a mano della storia. La bontà del procedimento fu che, in confronto alla copia emanuense, a fronte di un certo impegno nel comporre la pagina, con poca energia e tempo si poteva produrre un numero virtualmente infinito di pagine.

Per l’epoca fu una rivoluzione, i libri che fino ad allora erano riservati a pochi perchè trascritti completamente a mano, spesso personalizzati con miniature di pregio, praticamente pezzi unici, diventarono alla portata di tutti. Non tutti erano capaci di leggerli, ma questa è un’altra storia.

Le immagini venivano riprodotte creando dei cliché in cui l’immagine è riprodotta in modo speculare, la tecnica fu inventata nel 1725 da William Ged, orafo con la passione per la stampa.

Nella sua lunga storia la tipografia è andata via via affinandosi, aggiungendo con la tecnologia sempre più qualità soprattutto nella riproduzione delle immagini. Sostanzialmente non ebbe concorrenti fino alla fine del XVIII secolo quando Anoys Senefelder ebbe l’intuizione di utilizzare un sistema di stampa chimico/fisico che prese il nome di stampa litografica, ma ne parleremo in modo più diffuso nella sezione “litografia”.

La tecnologia tipografica non è sostanzialmente cambiata fino ai giorni d’oggi, più che altro è cambiata la tecnologia dei materiali, non si usa praticamente più il piombo e le immagini sono ricreate con clichées creati fotograficamente.

Modifiche al sistema di stampa sono state fatte nel XIX secolo più che altro per poter accelerare i tempi di stampa, l’arrivo dei quotidiani infatti ha richiesto tempi più rapidi per la composizione e la stampa dei giornali. Oggi anche per la stampa dei giornali non si usa più la tecnologia tipografica che risulta essere troppo lenta, inquinante e poco performante.

Oggi in ditta utiliziamo ancora le tecniche tipografiche ma per aggiungere qualità allo stampato, come ad esempio per dare un effetto “letterpress” o una stampa a rilievo. Le macchine tipografiche hanno anche un altro utilizzo fondamentale, possono essere usate per fustellare, per poter, cioè, ritagliare gli stampati in sagome predefinite.

Suggerimenti per le ricerche:

  • Per la composizione delle pagine dei giornali si usava la Linotype, che insieme alla Monotype erano fonditrici e creavano le forme tipografiche partendo dal piombo fuso;
  • Stampa rotativa, rotocalco, rotooffset;
  • Cliché tipografici, dall’incisione a mano alla fotoriproduzione.